Cooperazione, l’impresa con l’anima

CHE COSA SIGNIFICA FARE IMPRESA COOPERATIVA?

Esistono diversi tipi di imprenditività. Ci sono i “big player”, la grossa industria, certo, ma in Italia, lo zoccolo duro dell’economia è formato da una miriade di piccole e piccolissime imprese che sono cooperative.

Mercoledì scorso, con Giuseppe Bruno, Presidente di Confcooperative Basilicata, siamo andati on-line con il secondo Caffè digitale.

La riflessione che ne è venuta fuori è ricca di spunti e idee e come sempre, l’umanista che è in me mi ha suggerito tanti livelli di lettura.

LA COOPERAZIONE COME MODUS OPERANDI

Partiamo dalla parola. Cooperazione, dal latino cooperàri, composto da con (insieme) e opera (fatica, industria, cura).

Nell’ordinamento giuridico italiano, la costituzione all’art.45 “riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”.

La cooperazione porta con sé il concetto meraviglioso della “mutualità”,  dal latino mutuum = dare in cambio. Cioè una forma di aiuto reciproco, per garantire uguali diritti dopo aver adempiuto ad uguali doveri.

C’è un proverbio africano che trovo molto adatto al concetto che sto cercando di condividere qui:

“Se vuoi andare veloce, va’ da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme”

La differenza più profonda fra l’impresa cooperativa e le altre tipologie di impresa sta qui. E questo principio ispiratore pone le fondamenta per tutte le azioni delle imprese cooperative. Che si tratti di cooperative sociali, che si occupano di servizi alle persone, di cooperative agricole, visceralmente innamorate del territorio in cui operano, o di altri tipi di cooperative, il vantaggio è questo. Le imprese cooperativa non prendono e basta. Hanno un’anima profonda che prende, ma restituisce. E nel restituire tutelano il sistema economico in cui operano.

È un concetto complesso. Diciamo così: le cooperative non sposano una causa sociale per spot come fanno molti grandi brand. Nascono, a priori, per risolvere un problema reale nel territorio in cui si trovano ad operare. La causa sociale è il motivo stesso della loro esistenza.

È un modo resiliente per risolvere un problema e nello stesso tempo creare lavoro ed economia.

In un mondo in cui le tematiche ambientali e sociali sono finalmente sotto i riflettori, la cooperazione può essere un modello da seguire, un modus operandi che non guarda solo ai profitti.

L’IMPRESA COOPERATIVA DOVREBBE TROVARE IL TEMPO DA DEDICARE AL MARKETING E ALLA COMUNICAZIONE

Sicuramente, il grosso tallone d’Achille che, da cooperatice e da comunicatrice, ho sempre riscontrato nel mondo imprenditoriale cooperativo, è una mancanza diffusa dell’utilizzo di tecniche di marketing e comunicazione.

Se mentre i grossi player hanno imparato dal mondo cooperativo che il profitto non è l’unica missione di un’impresa, la cooperazione dovrebbe imparare da loro che la comunicazione non è pubblicità sui 6×3, ma è, in un certo senso, uno strumento di marketing che accresce la diffusione del messaggio positivo innato nelle cooperative. Questo, ovviamente e indirettamente, accresce la reputazione, la rete di “follower” e, potenzialmente, il numero di clienti. Quindi permette all’azienda di diventare sostenibile e di crescere.

Il marketing non è brutto e cattivo. La pubblicità non è per forza falsità. Questi sono stereotipi pericolosi. Le cooperative dovrebbero investire di più in questi strumenti che, se usati bene, come scrivevo nel post La formula magica del marketing: scelta, relazione, etica, possono fare la differenza.

LA COOPERAZIONE E LA RIGENERAZIONE UMANA: NUOVO UMANESIMO

E qui, mi ricollego al Caffé digitale con il Presidente Bruno, uno dei numerosi appuntamenti del Comincenter per incontrarsi on line. Abbiamo parlato di Rigenerazione umana. Più che una riflessione, vorrei con voi condividere una questione aperta.

Avrete sicuramente sentito già parlare del tema, con parole come “rigenerazione” o “rinascita” umana, cioè la necessità di un secondo umanesimo in cui l’uomo torni al centro e il digitale rimanga uno strumento, potente, ma uno strumento.

La domanda, eccola, giuro che non è una supercazzola.

La cooperazione può fare da assetto culturale per affrontare le sfide che non solo il Covid, ma anche le spinte estremiste che vogliono la tecnologia non come strumento protesico nelle mani degli uomini, bensì come deus ex machina nella soluzione ai problemi, ci hanno messo di fronte? In altre parole, i valori della cooperazione possono farsi faro di comunità consapevoli, per una società migliore?

Forse una risposta la troveremo nel prossimo Caffé digitale “Dal reale al digitale e viceversa, quali opportunità per il futuro” con Stefano Saladino di Rinascita Digitale. Appuntamento sulla Pagina Facebook del Comincenter o sul nostro canale Youtube, il 4 novembre alle 15.30.

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